A VOCE ALTA giunge alla seconda stagione, un’edizione interamente dedicata alla bellezza e maestria del suono vivo: al fare con, al saper fare gli strumenti musicali.
Gli strumenti del far musica sono “persone”. Creatori della vita del suono, esseri animati e pensati costituiti da materia di per sé povera ma resa preziosa dal lavoro che l’ha tormentata, straziata, dall’unicità del fatto ad arte. Gli strumenti musicali sono oggetti meravigliosi e gli esseri umani veri e propri, che dagli strumenti traggono i mondi sonori, sono loro “appendici”. Gli strumenti musicali sono oggetti di indagine musicologica, universali dell’esperienza sonora, simboli di una antropologia in cui la natura e le culture si compenetrano a l’una con le altre. Lo strumento musicale è un «bene culturale». Un oggetto che rinvia a un contesto di relazioni fra archeologia, filosofia, fisica e ingegneria, geografia, iconologia, paleoantropologia, psicologia, religione, sociologia e storia. Lo strumento del far musica è un bene-soggetto anzitutto, prodotto vivo di teorici e costruttori per compositori esecutori e ascoltatori. E’ un bene-oggetto poi, da conservare e analizzare nel contesto di studi specifici e di strutture non soltanto museali. Gli strumenti del far musica sono simboli di civiltà e di società che cambiano, sono miniere di informazioni anche in senso estetico come sanno coloro che han colto il fascino di un approccio anche iconologico e iconografico all’organologia.
Gli appuntamenti di A VOCE ALTA sono una serie di epifanie: manifestazioni, testimonianze della vita del suono. Sono letture, immagini ascolti nei quali Francesco M. Paradiso si sofferma sulla presenza degli strumenti musicali nell’immaginario poetico dell’ascoltatore, ne sottolinea il valore cognitivo e simbolico che assume lo strumento stesso accolto ad emblema dell’arcana rispondenza fra forma e suono, apre varchi al carattere alla psicologia e alla personalità poetica degli strumenti musicali: origine della lingua e mistero della creazione d’arte.