TERESA DE SIO
TUTTO CAMBIA
il nuovo album
21 settembre 2011
per C.o.r.e. srl, distribuzione EDEL
?Sacco e Fuoco?, il cd di studio pi? recente, era stato frutto di una lunga gestazione, soprattutto per quello che riguardava la stesura definitiva dei testi. Anche il lavoro di studio era stato elaborato: lunghi mesi invernali passati tra Roma e Civitavecchia, davanti al mare, nello studio di Max Rosati, suo chitarrista e co-arrangiatore.
Tra l?uscita di quel lavoro e il ritorno in sala di registrazione, Teresa aveva macinato un centinaio di concerti, tour internazionali (Germania e Stati Uniti) e, soprattutto, la pubblicazione del suo primo romanzo, ?Metti Il Diavolo A Ballare?. Con quest?ultimo aveva ottenuto un eccellente riscontro di critica e pubblico, ottenendo anche importanti premi letterari.
Ma nell?inverno del 2010 era maturata l?idea di dare un seguito alla sua discografia.
Le canzoni allora erano ancora ad uno stato embrionale: qualche idea musicale, alcuni testi in evoluzione. C?era indecisione soprattutto sui tempi. E? del resto proverbiale la cura e l?attenzione che la De Sio impiega in sala soprattutto per gli arrangiamenti…
La spinta iniziale ? arrivata da un brano scritto da Teresa (testo e musica) intitolato ?L?Amore Assoluto?, composto nell?agosto 2010 quando era stata ospite di Dori Ghezzi all?Agnata, la tenuta sarda di De Andr?, per la sesta edizione del Festival dedicato a Fabrizio.
Per l?occasione Dori aveva suggerito a Teresa di provare a fare qualcosa di esclusivo per il Festival, e l?idea si era concretizzata con la traduzione in italiano di ?Creuza de Ma?. Un lavoro complesso e pieno di responsabilit?, data l?importanza di quel brano ed il legame con Fabrizio, che si era sempre dimostrato pieno di affetto e di stima nei confronti di Teresa, fino a partecipare con un cameo vocale di ?Un Libero Cercare?.
Un altro brano praticamente completo era ?Brigantessa?, quasi un seguito della canzone ?Sacco e Fuoco?, qui decisamente divenuta grido di battaglia e di distinzione. E poi ?Canta Cu Me?, delizioso affresco malinconico, ma anche speranzoso.
La sorpresa per il team di produzione ? arrivata con l?idea di Teresa di riarrangiare e cantare ?Inno Nazionale?, di Luca Carboni. Un brano interessante, in sintonia con l?idea di Teresa sulla localizzazione e globalizzazione, perfetto per i 150 anni dell?Unit? d?Italia, totalmente personalizzato con un arrangiamento pieno di fuoco, secondo le sue abitudini musicali.
Mentre il lavoro in studio procedeva, nascevano anche altre canzoni, prepotenti come i tempi chiedono. Un brano come ?Basso Impero? ? la ?materializzazione? di questo stato d?animo. Come per altri aspetti lo ? l? ultimo inserimento nella tracklist (ma che nei fatti apre l?album), ovvero la versione in italiano di ?Tutto Cambia?, brano straordinario di Mercedes Soza che Teresa canta con istintiva naturalezza: ne sono state realizzate soltanto due takes, e la prima di queste ? poi andata sul disco.
?Non Dormo Mai Tutta la Notte? dice Teresa: potenza dell?insonnia, che facendo dormire poco la De Sio, le permette di scrivere canzoni come quelle di questo lavoro, forse il pi? sincero, concreto e appassionante di tutti i dischi finora realizzati dalla cantautrice napoletana.
TERESA DE SIO
TUTTO CAMBIA
le canzoni raccontate da Teresa De Sio
TUTTO CAMBIA
Una canzone propiziatoria, benaugurale, corale. Tutto cambia intorno a noi, continuamente: questo ci mostra e insegna la natura. Certe volte, per?, la societ? nella quale viviamo si immobilizza e si radica intorno a problematiche anche pesanti: la precariet? del lavoro, gli eccessi del potere, la mancanza di cultura che favorisce il deperimento delle regole morali. ? allora che dobbiamo risvegliare la nostra parte pi? ?naturale?, i nostri ?bisogni primari?, quasi dimenticati in questi anni in cui abbiamo creduto solo in falsi bisogni indotti dal mercato e dalla pubblicit?. Dunque ? adesso che possiamo e dobbiamo cantare TUTTO CAMBIA.
NON DORMO MAI TUTTA LA NOTTE
Per? met? mi basta. ? il lato bello dell?insonnia. Di notte gli spazi si dilatano, le cose appaiono in una luce diversa, il bisogno di tenerezza diventa forte. Non c?? vita sulla terra senza la tenerezza, che ? invincibile come l?acqua. La mia anima a ?fisarmonica? e a volte ?disarmonica? che di giorno mi fa sentire come ?un autista pazzo in un?automobile senza freni?, di notte si acquieta, e allora trovo il tempo di guardare l?azzurro del mare, immaginare di potermici tuffare e non pensare pi?.
L?AMORE ASSOLUTO
Un?assoluta canzone d?amore. Ho iniziato a scriverla il 14 agosto lo scorso anno in Sardegna a l?Agnata, dove Dori Ghezzi mi ha invitata per il concerto annuale dedicato a Faber. Soltanto chi c?? stato, da artista o tra il pubblico, pu? capire la magia di quel luogo. Mentre suoni, non su di un vero palco ma sul prato antistante la casa, senti che intorno l?aria ? come sospesa e rarefatta e che tutti quelli che sono l? presenti sanno di partecipare non solo ad un concerto ma ad un vero e proprio rito. Cose belle e potenti e amorose vengono evocate su quel prato. Sarebbe stato per me innaturale non lasciarmene ispirare.
INNO NAZIONALE
Sono una donna del Sud che vorrebbe vedere riscritta in maniera pi? equa la storia del nostro Paese. Interpreto questo Inno Nazionale graffiante e beffardo con la profonda consapevolezza dei difetti di noi italiani. Nel corso degli anni ci siamo sempre di pi? trovati su sponde contrapposte, divisi in regionalismi provinciali e meschini, in squadre di calcio, in fazioni politiche, sempre e immancabilmente gli uni contro gli altri. Al punto di dimenticare i nostri stessi immensi pregi, la nostra forza collettiva, che mai come di questi tempi, ? indispensabile mantenere svegli!
SULLA VIOLENZA E SULLA SPERANZA
Le parole di don Andrea Gallo mi danno forza, sempre, tutte le volte che lo incontro. Trovo che sia una delle personalit? meno conformiste di questa nostra epoca in cui il conformismo ? imposto e diventa un prolasso dell?identit?. Sempre contro ogni forma di violenza, a favore di ogni forma di speranza.
BASSO IMPERO
A volte bisognerebbe essere invisibili. Non visti entrare, infiltrati e clandestini, in una delle tante adunate chiamate ?feste? che nelle stanze del potere vengono allestite di questi tempi. ? in questi contesti che vengono accuratamente coniate per noi un?etica e un?estetica, complici pensatori ed artisti caricati ?a salve?, adatte a mantenere vuote e inattive le menti di noi sudditi di questo Basso Impero.
PADRONI E BESTIE
Il pezzo pi? ?sperimentoso? di tutto il disco sia sul piano musicale e sonoro che per l?azzardo del testo. La lotta eterna tra chi ? padrone e chi sta ?sotto? e dunque ha il rango di bestia. Una metafora giocata tra reminescenze di un racconto di Matteo Salvatore, la mia chitarra ?a botta? che duetta con una chitarra elettrica in stato di psichedel?a conclamata e una ritmica ipnotica e potente.
NA STRADA MMIEZZO ?O MARE (CREUZA DE MA)
Il mare di Genova ? lo stesso mare che bagna Napoli. Un?identica storia di antiche battaglie, assalti, patiboli e crocifissioni, partenze, approdi, poppe saracene e arabe. Storia di gente che va per mare, coraggio, avventura, mistero, miseria e libert?. Da cantare in genovese e da cantare in napoletano. Dialetti cos? saturi di storia da assumere dignit? di lingua.
Per trasportare le parole genovesi dentro quelle napoletane ho dovuto buttare via ogni residuo di ragionamento e farmi sirena. Mi sono tuffata nel mare misterico che la canzone spalancava sotto i miei piedi e allontanandomi dalla riva di partenza ho potuto solo augurarmi di non affogare. ? stata una traversata dura, perch? il mare di Creuza ? poco rassicurante, abitato da creature oscure, divine, fluttuanti, sensuali, narratrici di una storia il cui significato ? instabile, pronto a sfumare continuamente nella prossima onda. Ma avevo voglia di nuotare (l?avevo anche promesso a Dori) e l?ho fatto, fino a trovare la mia ?strada in mezzo al mare?.
Infine, che la stessa storia possa essere raccontata con parole del nord e con parole del sud senza per questo smettere di appartenere a tutto il nostro paese e, in fondo, anche al resto del mondo, ? una di quelle cose in cui ancora mi fa piacere credere.
BRIGANTESSA
Se ti buttano a mare con tutti i panni, se ti tengono schiavo nella ?monnezza??
Essere schiavi nella ?monnezza? non ? solo un fatto concreto che riguarda Napoli e che ha a che fare con inceneritori e discariche: ? la ?monnezza? culturale, il volgare, il basso, senza speranza e redenzione, che ormai i cumuli in fiamme di Napoli rappresentano con una forza metaforica senza precedenti. Una ?spazzatura etica? che dilaga ovunque e che fa di tutto il nostro paese un?immensa Napoli. Se ti mettono le mani fino dentro il sangue allora finalmente bisogna prendere una posizione intellettuale combattiva e ?brigantesca?. Che nessuno dica ?Teresa ? sempre la stessa? perch? a nessuno di questi tempi ? consentito rimanere immobile. Io voglio cambiare nome, chiamatemi Brigantessa.
LU BRIGANTE
L?epopea del brigantaggio meridionale, vista dal grande Domenico Modugno. Quando ancora era possibile vederne e cantarne soltanto il lato romantico. Il brigante, escluso dal mondo ?sociale?, viene quasi inglobato nel regno ?naturale?. Allora diventa un lupo che si nasconde sulle montagne e tra i boschi, braccato.
CANTA CU ME
Questa canzone ? un modo malinconico e struggente di cantare la tarantella. Una tarantella amara, fatta per chi non ha pi? fiducia nel futuro, e non trova un movente per andare avanti nella vita. Qui la Tarantella diventa una specie di collante popolare che tiene insieme il passato, il futuro, e rende accettabile il presente. ?Canta cu me? ? l?invito a riconoscersi l?uno con gli altri, dentro una comunit? umana e storica che insieme pu? cantare la propria indignazione, sofferenza e speranza di salvezza per il domani.
SCIOSCIA POPOLO
Ancora Modugno (che con Matteo Salvatore ? stato l?inventore della musica popolare moderna) che scrive insieme ad Edoardo De Filippo questo inno popolare travolgente e felice. La canzone faceva parte dell?opera teatrale ?Tommaso d?Amalfi? dedicata alla storia di Masaniello. Pi? di qualsiasi pezzo di Modugno, questo si presta a una interpretazione trascinante, e a un sostegno ritmico di grande impatto. Ancora una volta, e non a caso in conclusione del disco, il folk diventa il rock del popolo.